L'Ataualpa homo informaticus

ovvero come è nata e cresciuta una passione

La passione è la vela della nostra anima navigante La ragione è il timone. [Kalil Gibran]

Da ragazzino, le novità tecnologiche non sono mai arrivate a casa mia appena uscite sul mercato. Mio padre ha sempre amato pascolare sui propri possedimenti agresti piuttosto che trafficare con macchine diverse dalla motofalciatrice o dalla forbice da poto.

In questo ambito, riprendendo un gergo aziendale, siamo sempre stati dei follower piuttosto che degli anticipatori: a casa di amici ho iniziato a gustare la televisione a colori (che belli i raggi fotonici di Goldrake, finalmente diversi dalle tonalità del grigio), a casa di amici ho combattuto le prime partite con gli antenati dei videogiochi (il ping pong o lo space invaders sulla televisione, grazie alle prime consolle ATARI), sempre a casa di amici ho messo le mani sui primi personal computer, come gli storici Sinclair ZX-80 (1980) e Commodore Vic 20 (1981).

Ma forse questo dover attendere è stato salutare, visto che nessuno degli amici cresciuti in famiglie anticipatrici è oggi un appassionato di informatica. Magari c'è una morale da trarre a vantaggio dell'educazione dei propri figli? In ogni caso, vale citare Bertrand Russell: "La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità".

Il mio primo serio contatto con il mondo dei PC avviene nel 1984-5 all'università. Grazie ai corsi di informatica conosco i primi linguaggi di programmazione ed entro in intimità con gli Olivetti M24 a disposizione degli studenti nei laboratori. Che l'informatica sia utile lo capisco programmando in BASIC una bella calcolatrice finanziaria della SHARP PC-1421 per superare gli esami scritti di matematica finanziaria e di gestione aziendale: ammortamenti, rendite, indici di bilancio, flussi di cassa, tutto può essere risposto più facilmente! Nel mio cassetto ho ancora la calcolatrice e soprattutto, gelosamente custoditi all'interno del manuale di istruzioni, i fogli con i listati dei programmi da me scritti.

Per avere il mio primo personal computer dovrò attendere l'anno in cui completo gli esami. Frequentando la facoltà di Economia non mi riesce difficile dimostrare come il costo del personal computer sia di poco inferiore a quello di una persona che, a pagamento, effettui a più riprese le necessarie battiture della tesi. Aggiungendo anche l'immateriale valore della conoscenza che potrò guadagnare, il personal computer diviene un buon investimento.

Nel 1988 acquisto un componibile, perchè sia l'Olivetti, sia l'IBM costano troppo. A casa entra una macchina con processore NEC V-20, scheda grafica Hercules, Hard Disk da 10 Mega (o forse 5?) e floppy disk drive da 5 pollici e un quarto. Il monitor è un 14 pollici in bianco e nero: lo scelgo a fosfori bianchi. La stampante è una Star modello LC10. Il mouse, senza di cui oggi molti farebbero fatica a utilizzare il PC, ancora non faceva parte del corredo standard!

Inizio ad utilizzare il sistema operativo MS-DOS ed i programmi di office automation allora leader di mercato: Wordstar, il word processor di Micro Pro, DbaseIII, il database relazionale di Ashton-Tate, Lotus 1-2-3, il foglio elettronico di Lotus.

Ovviamente allo studio si alterna il divertimento: Tetris è IL gioco principe. Memorabile (per me) una lunga partita iniziata verso le 23 e terminata alle 2 di notte circa. Credo di aver stabilito un quasi record mondiale. Non sono più riuscito ad avere la concentrazione ipnotica in cui entrai quella notte per tenere il passo dei blocchi che scendevano sempre più velocemente, man mano che avanzavo nei livelli di gioco.

Nel 1990, mentre recito la parte dell'ufficiale in Aeronautica, vendo il mio primo computer ad un compagno d'armi e ne acquisto uno nuovo, grazie al mio lauto stipendio. Puntando sempre al risparmio, scelgo un processore Intel 80286, invece del nuovo 80386. L'hard disk è da ben 40 Mega, la scheda grafica è SVGA ed il monitor da 15 pollici è finalmente a colori. Al floppy disk drive da 5,25 pollici se ne affianca uno da 3,5. Con questo PC finisco di scrivere la tesi, passando dopo un pò da Wordstar al promettente MS Word 3 e poi 5, sempre in ambiente MS-DOS. E' su questa macchina che entra un virus apparentemente innocuo: MS-Windows 3.0. All'epoca non capisco l'utilità di un software che si sovrappone allo snello MS-DOS senza offrirmi valore aggiunto, ma la forza del punta e clicca inizia a fare proseliti e ci si sente un pò più vicini ai possessori dell'Apple Macintosh. Poi arrivano le applicazioni scritte per Windows e il MS-DOS giunge a fine corsa.

Tutti coloro che sono arrivati dopo questa epoca primordiale hanno la fortuna (?) di trovarsi un fiammante sistema operativo Windows preinstallato e non devono più temere (?) l'enigmatico prompt lampeggiante sullo schermo nero. Siamo entrati nell'epoca in cui l'utente NON deve sapere come funziona il sistema, ma solo usarlo e se questo ha problemi, alla peggio, si formatta e si riparte da capo.

Lavorando per Andersen Consulting divengo un maestro della cosiddetta programmazione strutturata, utilizzando il COBOL. La cosa non mi inorgoglisce, perchè il COBOL è un linguaggio "povero", sebbene sia sicuramente efficace per realizzare applicazioni destinate all'utilizzo aziendale ed in particolare finanziario e di contabilità. Ovviamente, per far parlare le applicazioni con i database aziendali, in particolare DB2, ho messo le mani anche sul linguaggio SQL.

Sono entrato nella consulenza aziendale e faccio gavetta come analista programmatore, ma non voglio rimanere tale a lungo ed infatti viro presto verso progetti di consulenza in area organizzazione, marketing, strategia. La mia carriera di informatico per professione si ferma al contributo alla realizzazione di un sistema informativo di filiale, poi adottato da numerose banche (si chiamava SIFBAN). Anni dopo, incombendo il temuto bug Y2K, reincontro alcuni miei ex colleghi che mi fanno sorridere perchè dicono di aver trovato le mie simpatiche note in latino a commento del codice sorgente dei programmi che avevo scritto nel 1991 e che loro erano stati chiamati a correggere.

Nel 1995 scopro internet e la ricchezza e la velocità dell'informazione in rete, anche se un assaggio l'ho avuto grazie a Lotus Notes, il programma con cui, in Andersen, ci teniamo in contatto con l'ufficio e che ci consente di accedere al repository della documentazione dei progetti. Il mio primo indirizzo email è del 1996 e nel 1997 seguo il progetto per la realizzazione del primo sito web della banca per cui ora lavoro.

Mio cuggino Giovanni è ancora più veloce: trasferisce nel 1994 in html un suo "libro" sullo Scotch Whisky. Ricordo di averlo navigato offline, leggendolo da un dischetto e utilizzando Netscape Navigator, il browser più diffuso di allora (mi mandò infatti un floppy che conteneva questi "strani" file html).

Windows non mi offre che incazzature perchè utilizzandolo in rete si manifesta ancor più chiaramente la sua insicurezza, che si aggiunge alla costante aleatorietà del suo funzionamento. La curiosità per il funzionamento dei programmi non serve più da volano, forse perchè essi sono divenuti, ob torto collo, uno strumento di lavoro.

La rete diventa così il nuovo carburante per la mia passione. Altavista, nato nel 1995 per opera della Digital, è il motore di ricerca più affermato, anche se pochi anni più tardi lascerà il passo a Google . Per me che, secondo mia madre, avrei letto anche la carta igienica se fosse stata stampata, iniziano avide navigazioni, in una sorta di rincorsa ad approfondire argomenti di volta in volta suggeriti da eventi e curiosità scaturiti nel quotidiano.

Un evento che scatena un approfondimento che si rivelerà importante per avviare un cammino verso un'informatica diversa da quella finora conosciuta è l'arrivo sulla mia nuova casella email di una serie di messaggi che provengono da un utente che, per rimanere anonimo, utilizza degli anonymous remailers.

Il mittente dev'essere un mio ex collega Andersen, perchè cerca di farsi scoprire scrivendomi degli indovinelli riferiti ad uno dei miei periodi di formazione presso il Center for Professional Education, oggi Qcenter, (a St. Charles, vicino Chicago).

Non ho mai capito chi fosse a scrivermi, ma in compenso ho iniziato a leggere di come difendere l'anonimato e la sicurezza nelle comunicazioni in rete, ad esempio tramite Mixmaster e Pretty Good Privacy (PGP).

Da qui è stato breve il passo per arrivare al mondo degli hacker, intesi nella accezione corretta e non come proposto dai media, per gran parte incompetenti e amanti delle generalizzazioni, che li confonde con i cracker, secondo l'adagio una faza una raza.

Scopro che la stragrande maggioranza degli hacker vive in un universo informatico, costituito dai sistemi Unix ed in particolare da quelli Unix like, assoggettati ad una legge che non mira alla difesa della proprietà, ma della libertà.

GNU/Linux, nato ufficialmente nel 1991, attira anno dopo anno l'interesse crescente di milioni di persone ed io non faccio eccezione. Mentre sul lavoro, tra le numerose attività della funzione Marketing di cui sono responsabile, in un anno circa sforniamo un nuovo sito web aziendale, progettato di fatto internamente nelle sue specifiche funzionali ed anche tecniche (grazie a due bravissimi colleghi), a casa i dopocena iniziano a divenire il periodo dello studio di questo affascinante sistema.

Nell'inverno del 2000 parte la mia nuova avventura: nuovo millennio, nuova vita informatica.

Per la prima installazione di Linux scelgo Red Hat. Da aprile 2001 sono un linuxiano ed un quaderno si riempie di appunti su quanto via via vengo applicando. Non ricordo di averlo mai fatto utilizzando Windows! (non che me lo abbia impedito qualcuno ma per un sistema idiot proof che bisogno c'era?).

La mia prima partecipazione ad un progetto Linux è del 2002: compro una macchina fotografica digitale e scelgo Zoph per gestire l'archivio. Visto che la localizzazione italiana non è ancora disponibile, mi offro e divento il traduttore.

Nell'inverno del 2003, mi trasferisco armi e bagagli su Debian GNU/Linux, una distribuzione non commerciale, sviluppata completamente da volontari e che rappresenta una delle migliori soluzioni per chi, come me, cerca la massima aderenza ai valori del movimento free software, propugnati da Richard Stallman, uno dei più famosi hacker americani.

Il 24 febbraio del 2004 prende vita il mio sito web personale, che chiamo Ataualpa for debianers. Per le motivazioni sottostanti la genesi di questa mia creatura rimando ad una pagina dedicata.

Dall'autunno del 2004 inizio a scrivere una Guida per Mutt, che pubblico online il 30 marzo del 2005. L'ho scherzosamente intitolata Il Nirvana con Mutt. Sono un'altra "vittima" della lettura de Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta. Al titolo ha poi sicuramente contribuito una delle mie prime letture fatte online appena arrivato in rete: Zen and the Art of the Internet.

Da maggio 2005 divento editor del progetto Open Directory Project, assumendo in carico la categoria Computers: Software: Internet: Clients: Mail: Unix: Mutt con il mio pseudonimo di Ataualpa.

La storia sicuramente non si fermerà qui, salute permettendo.

Chi si è annoiato nel leggere questa pagina trova di seguito una spiegazione mediante un acuto aforisma.

Gli uomini si capiscono solo nella misura in cui sono animati dalle stesse passioni [Stendhal].

Ataualpa aka Francesco Ciattaglia
Originariamente pubblicato 2005-11-17
(Nel precedente sito 998 letture fino al 30 gennaio 2015)