Chi sono

La mia storia in pillole.

Ataualpa è Francesco Ciattaglia. Francesco Ciattaglia sono io. Cosa pensi? Ah,.. non mi conosci! Dici che sei curioso come una donnola? Bene; per accontentare la tua curiosità scriverò un pò di me. Non sentirti così dai. Scrivo essenzialmente per me. Come tutti, mosso da un sano egocentrismo.

Sono venuto alla luce il 30 aprile e correva l'anno 1966.

Jesi è la mia città e qui tuttora vivo.

Oggi purtroppo inizio a dover dire che ho un grande futuro alle spalle. Tempus fugit, inesorabile. I miei primi quarant'anni... ci siamo quasi. Vediamo di fare il punto.

Scuola dell'obbligo, poi il Liceo Classico Vittorio Emanuele II. Qui i ricordi si fanno tremenda nostalgia...

Nell'estate del 1984, appena finiti quei cinque magnifici anni, io già li rimpiangevo.

Con il diploma in tasca sono poi emigrato a Roma per l'università.

Ho abbandonato la mia città natale e soprattutto la possibilità di continuare con la pallavolo. Non da giocatore. Il campo l'ho calcato, ma solo per divertimento (altrui). Stavo iniziando ad allenare i ragazzini, avevo da poco preso il patentino da allenatore, frequentando il corso tenuto da Julio Velasco (che in quegli anni allenava a Jesi). Ho stoppato tutto, ma dal gruppo della pallavolo ho comunque colto un fiore e più tardi l'ho sposato: Cristina, ovvero Cricchi.

La mia formazione accademica si è conclusa (quando mai si finisce di imparare?) con una laurea 110 cum laude in Economia e Commercio. Ho studiato alla L.U.I.S.S. quando Guido Carli, a cui oggi è intitolata, ne era presidente. Il relatore della mia tesi di Finanza Aziendale è stato il Prof. Carlo Scognamiglio all'epoca docente del corso nonchè rettore della Università. Stava finendo il 1990.

Prima della laurea, finiti gli esami nella sessione autunnale del 1988, ho pensato bene di servire la patria. Ovviamente ho scelto l'Aeronautica, l'arma più figacciona; (dopo aver visto Top Gun nel 1986 chi non la pensava così? Gli obiettori, d'accordo, loro non la pensavano così).

Ufficiale e Gentiluomo? Solo Ufficiale. Ma che divertimento! Tre mesi alla Scuola di Guerra Aerea a Firenze, vissuti in scioltezza grazie alla partecipazione alla redazione della rivista ufficiale del corso A.U.C. (l'82°, per la precisione). Quindi un anno a Macerata dove l'Aeronautica aveva una delle sue scuole di addestramento reclute. 11 C.A.R. in 12 mesi, 11 plotoni da 60-70 aspiranti avieri: sono stato il signor tenente per circa 660-770 ragazzi. Credo che quasi tutti mi ricordino con simpatia, come io ricordo loro.

Dopo la laurea ho iniziato una carriera da consulente aziendale in Andersen Consulting, oggi Accenture. Era iniziato il 1991.

Quante storielle via email hai letto su questi soggetti? Tante vero? Io ero uno di loro, ho vissuto con loro e posso dirti che sono tutte storie vere :-) Qui trovi le più divertenti.

Ad un passo dalla nomina a manager dirigente di Andersen Consulting ho pensato bene di tornare a casa, a Jesi. Arrivava l'estate del 1995 e fino ad allora avevo girato per le banche del Centro-Nord, avendo a Bologna l'ufficio.

Si lo so, penserete che in realtà avevo fallito e stavo ripiegando su più modesti obiettivi. In realtà ero lanciatissimo e si stavano già confezionando barzellette con il mio nome, ma desideravo due cose: 1) vivere vicino a Cristina, che da due anni era mia moglie, ma frequentavo solo durante il fine settimana, come una fidanzata. 2) vivere dentro il lavoro e non consigliarlo da fuori.

Era un pelo troppo presto per uscire e rivendersi, ma le occasioni non tornano tre volte e questa che capitava era la seconda, sempre con la stessa azienda.

I colleghi dell'ultimo progetto a Firenze mi regalarono un libro interessante di Jacopo Fo intitolato Lo Zen e l'arte di scopare, che appena tornato a casa lessi avidamente. Il successo nell'aver conseguito il primo dei due obiettivi è stato in breve tempo testimoniato da un angelo venuto a rallegrare la nostra vita di coppia. A febbraio del 1997 è infatti nata Chiara. Fosse nato un maschio sarebbe stato... Jacopo :-)

Il successo nel vivere il lavoro "da dentro" è (forse?) testimoniato dal fatto che ho potuto assumere la responsabilità del marketing strategico prima, del marketing operativo poi e infine del coordinamento commerciale della banca per cui avevo deciso di lavorare.

Dopo quasi 10 anni di vita in banca ero quasi diventato un bancario, quando l'orizzonte ha cambiato profilo e il cielo si è tinto di grigio.

Sfortunatamente il Governatore della Banca d'Italia ha iniziato a benedire le aggregazioni bancarie e la nostra banca è stata benedetta.

Si sa che al Nord ce l'hanno più duro e quindi ora siamo parte di un gruppo bancario lombardo con sede a Bergamo e, soprattutto, siamo una banca rete.

Banca rete: credo sia un eufemismo coniato da qualche ex collega consulente. L'eufemismo è nel sostantivo banca, che può essere eliminato lasciando solo "rete" a descrivere quello che è rimasto dopo la benedizione (che per molte professionalità ha assunto le sembianze di una cresimata).

Ora mi hanno affibbiato un nomignolo in lingua straniera (planner) per affiancare un collega che, sempre in questa lingua che credo sia l'inglese, è stato definito general manager retail. Nel vivere questo depauperamento ho conosciuto meglio tante persone e spesso penso ad una famosa frase di Martin Luther King: "alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma i silenzi dei nostri amici".

Mentre assisto alla progressiva, inesorabile penso, deportazione delle principali attività di direzione verso la capogruppo, capisco meglio una considerazione espressa da Primo Levi al collega scrittore Philip Roth nel corso di un incontro-intervista a Torino nel 1986: "Ad Auschwitz ho osservato spesso un curioso fenomeno. La necessità del lavoro ben fatto è così forte da indurre le persone a svolgere anche i compiti più servili in modo impeccabile. Il muratore italiano che mi ha salvato la vita portandomi cibo di nascosto per sei mesi odiava i tedeschi, il loro cibo, la loro lingua, la loro guerra; ma quando gli facevano costruire un muro, lui lo faceva dritto e solido, non per obbedienza, ma per dignità professionale."

Questo sito è nato nel febbraio scorso, precisamente il 24 febbraio 2004.

Una risposta del mio ego smisurato, come vedete affatto nascosta, al momento professionalmente poco felice che si stava già prefigurando e, soprattutto, alla voglia di tornare a creare.

Ho appena finito di leggere un bel romanzo (grazie a Giovanna, mia sorella, per il regalo). Si intitola Romanzo criminale. L'autore, Giancarlo De Cataldo, è un giovane giudice presso la Corte d'assise. Da questo libro estraggo una frase che guarda caso si coniuga bene con le necessità di concludere questo mio resumè.

"Io detesto la gente fidata. La gente fidata è leale, e dunque priva di fantasia".

Ataualpa aka Francesco Ciattaglia
Originariamente pubblicato: 2004-09-27
(3989 letture nel precedente sito fino al 30/01/2015)